Disco allo stato solido SSD

Un SSD, detto impropriamente disco allo stato solido, è un dispositivo che probabilmente sostituirà fra 2-3 anni il tradizionale hard disc magnetico-meccanico. Le funzioni di un SSD sono quelle di memorizzare i dati in modo permanente (cioè se manca la corrente elettrica i dati non vengono persi).
I vantaggi di questa nuova tecnologia sono molti: velocità di accesso ai dati, eliminazione di problemi meccanici e dei rumori dovuti al movimento dei dischi, minor fragilità, funzionamento anche ad alta quota (non c’è più il foro per la pressione), riduzione del consumo di energia elettrica.

Un’interfaccia permette di adoperare gli SSD già ora come sostituti di dischi rigidi a rotazione.

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Ma ci sono dei lati negativi che devono ancora essere ridotti o risolti: alto costo, sistemi operativi non ancora ottimizzati, perdita di velocità dopo molte cancellazioni.
L’ultimo difetto è particolarmente gravoso, sebbene siano migliori delle memorie flash, gli SSD soffrono ancora di questo problema.

I dischi a stato solido (SSD), Solid-state disk, fanno uso di memoria flash non volatile di tipo NAND quindi non ci sono parti in movimento. Siccome non ci sono strumenti meccanici e testine per leggere o scrive dati sui dischi (come invece accade per gli hard disc tradizionali), le unità SSD sono più rapide in lettura e in molti casi anche in scrittura.

Ciò che balza all’occhio è però il costo elevato per gigabyte dei dispositivi a stato solido (dai 2 ai 3,5 euro per GB), mentre gli hard disc da 2,5 pollici costano circa 0,23 euro per gigabyte. Senza contare che gli hard disc da 3,5 pollici presentano un rapporto prezzo/GB ancora inferiore.

La questione è: vale la pena spendere così tanto per acquistare un SSD? I benefici sono maggiori degli oneri?

Per ciò che riguarda il prezzo, si prevede che il prezzo dei SSD cali del 50% entro la fine del 2009 e della stessa percentuale diminuirà negli anni a seguire, dunque la differenza di prezzo tra SSD e dischi rigidi tradizionali persisterà nei prossimi 5 anni.

Se ciò non bastasse, secondo uno studio un utente quando compera un portatile o un computer desktop non pone tanta attenzione alla velocità del dispositivo di memorizzazione permanente dei dati, piuttosto tende a scegliere un prodotto con maggior capienza e dato che gli SSD hanno un taglio minore, la scelta va su un hard disc tradizionale.

In quale ambito le memorie a stato solido riescono a superare  i meno costosi supporti tradizionali?
Ciò che si nota è un tempo di avvio del sistema operativo molto ridotto rispetto a quello che fa registrare un hard disc.
Il tempo di avvio di un’applicazione è più breve. Applicazioni quali database, strumenti di sviluppo, lo stesso OpenOffice.org parte prima.
Per quanto riguarda la navigazione web o la lettura della posta elettronica, i miglioramenti sono presenti ma forse sono meno percettibili.

Il divario tra SSD e HDD si assottiglia se si sceglie un hard disc di ultima generazione come il Seagate Momentus ST9500420AS o il Western Digital VelociRaptor che oltre ad essere velocissimi consumano poca corrente.

I dischi SSD permettono di incrementare il numero di megabyte letti e scritti al secondo e consentono di migliorare le performance I/O di un server sul quali sono in esecuzione più macchine virtuali contemporaneamente.

Recensione di un SSD di OCZ Core Series da 120 GB

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